L’oro manda indicazioni di cedimento Prezzi al bivio

quotazione oroMetallo giallo sotto pressione. A febbraio l’oro ha registrato il più forte calo mensile da maggio e una delle peggiori sequenze di sedute ribassiste dal 1997 a oggi. Intanto continua lo smobilizzo dagli Etf auriferi: in particolare l’Spdr Gold Trust, il più importante Etf al mondo, ha visto scendere gli asset gestiti ai minimi da agosto.

 

Decisamente negativo è l’outlook di Goldman Sachs, che teme la fine del ciclo rialzista dell’oro in concomitanza con i segnali di ripresa dell’economia Usa. La banca d’affari Usa ha abbassato il targer del metallo giallo a sei mesi e un anno abbassandolo rispettivamente a 1.600 dollari e 1.550 dollari. In generale, il mercato sembra pensare che l’oro possa tornare a ricoprire lo status di bene rifugio, anche se non nel breve periodo. L’oro infatti in Questa fase sconterà il rallentamento dell’inflazione globale. Molto dipenderà poi anche dalle mosse delle Banche centrali e se continueranno ad adottare politiche ultraespasive: storicamente un forte sostegno al metallo giallo.

 

L’andamento dell’oro è strettamente correlato anche alle altre commodity: il quadro che emerge è quello di un segmento che sta sottoperformando rispetto alle azioni e che sta cercando nuovi spunti per tornare a crescere in maniera corale. In uno degli ultimi report settimanali, Barclays rileva come sulle commodicy abbiano pesato nelle ultime settimane le mosse della Cina per raffreddare il mercato immobiliare e gli orientamenti meno accomodanti di alcuni membri della Fed.

 

Per quanto riguarda il petrolio, il Brent continua a mantenere un premio rispetto allo statunitense Wti. Secondo Barclays questo differenziale potrebbe ridursi per un peggioramento dei fondamentali e per un eccesso di posizioni rialziste.

 

fonte: Il Sole 24 ORE

 

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