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Nell’hi-tech la nuova corsa all’oro

Non si cerca più oro solo nelle miniere o nei corsi dei fiumi, la nuova corsa all’oro arriva dagli oggetti hi-tech. Gli oggetti elettronici che ormai non si usano più sono diventati una forma preziosa di guadagno.

 

Basta una tonnellata di circuiti stampati, vecchi telefonini, computer, tastiere e mouse rottamati per ricavare circa 400 grammi d’oro. Infatti molte aziende iniziano questo processo di recupero grazie anche al prezzo dell’oro che nell’ultimo periodo ha aumentato il proprio valore di ben quattro volte.

 

L’inquinamento atmosferico però ostacola l’applicazione di queste nuove attività in quanto gli attuali processi di recupero prevedono l’utilizzo di sali di cianuro altamente tossici. Questi reagenti infatti favoriscono la separazione dell’oro dagli altri metalli durante il processo di fusione ad alte temperature.

 

Questa difficoltà potrebbe essere superata tramite l’utilizzo di una tecnica naturale basata sull’amido di mais che permetterebbe di recuperare l’oro salvaguardando l’impatto ambientale e riducendo anche i costi.

 

Un gruppo di ricerca della Northerstern University ha scoperto questo nuovo metodo in modo del tutto casuale, verificando che questo reagente naturale derivato dall’amido di mais è in grado di sostituire perfettamente le funzioni svolte dal cianuro e separando anche altri metalli preziosi come platino e palladio.

 

 

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